venerdì 14 gennaio 2022

La nostra associazione fa ringiovanire!

 


La nostra associazione fa ringiovanire! E' per questo che ne consiglierei vivamente l'iscrizione a chiunque. Purtroppo, per svariati motivi, quali la situazione generale e la noia, il progressivo ringiovanire è sotto scacco.

Spesso la volontà di partecipare alle riunioni si perde tra mille paure, ma poi magicamente si riaccende in occasione di ricorrenze e di nuovi incarichi. Come è successo IERI : abbiamo fatto gioire i membri del nostro sodalizio festeggiando il Consigliere Aggregato Mimmo Bova incaricato nel ruolo di CONFERENZIERE DELLA DELEGAZIONE CALABRIA e la socia ventunenne Serena Martino nominata RESPONSABILE DEL SETTORE GIOVANI PER LA DELEGAZIONE Calabria.

È proprio vero che siamo tutti pieni di esperienze, di successi e di insuccessi, di anni che pesano più della nostra creatività. Giustamente siamo gelosi del bagaglio di prove della vita, del nostro cassetto degli attrezzi, tuttavia nella famiglia ANMI ACCADE QUALCOSA DI STRANO: SORRIDIAMO E SIAMO FELICI, rinverdiamo! Durante i nostri incontri e i diversi confronti si avvia una rigenerazione. Impariamo nuove ottiche per gli scenari di sempre oppure stabiliamo il decadimento di alcuni quadri che si sono ormai trasformati. E ridiamo, e pensiamo in modo nuovo.

Ringrazio l'ANMI quando, farne parte, cambia la nostra prospettiva e nella condivisione fa ripartire la voglia di fare progetti e programmi!



 

martedì 11 gennaio 2022

CATONA, I SUOI MONUMENTI E I SUOI RAGAZZI DIMENTICATI

 

Nel lungomare di Catona, là dove un tempo vi era la “Rotonda”, è stato eretto, a cura dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, un ammirevole monumento dedicato ai caduti in mare, opera dell'artista Gennaro Carraresi. Il monumento raffigura la statua di un soldato di Marina che sta in piedi sopra una colonna scanalata di pietra bianca, al centro della quale è posta una targa bronzea. Nel punto di mezzo della targa, come elemento focale di tutto il monumento, vi è una scritta riportante due località e due date: Spalato 11 luglio 1920 e Malta 26 luglio 1941, senza alcun’altra informazione al riguardo. Le due date e le due località, sveliamo, corrispondono rispettivamente ai luoghi e ai giorni in cui perirono due Medaglie d’Oro della Marina Militare Italiana: Tommaso Gullì e Bruno Falcomatà. Uomini e marinai illustri di origine reggina, nondimeno entrambi ufficiali. Al riguardo crediamo sia stata commessa, seppure in buonafede e con il dovuto rispetto verso i famosi caduti, una qualche iniquità. Anzitutto perché è stata tralasciata qualsiasi forma di memoria verso altri semplici marinai che di medaglie non hanno visto ombra, e ancora, per l'assenza di riguardo verso il quartiere in cui è stato collocato il monumento. In esso, quantomeno, si sarebbe dovuto far cenno ai tanti marinai catonesi scomparsi nell'adempimento del loro dovere.


 

Siamo certi che si potrà ovviare a questa dimenticanza incidendo un’altra località e un’altra data! Quali? In considerazione dello schema esistente sulla targa, quella inerente al luogo in cui si svolse la prima grande battaglia in mare combattuta dall’appena nata flotta navale italiana contro quella austriaca, nel mare della Dalmazia (oggi regione della Croazia) nelle acque antistanti l'isola di Lissa, il 20 luglio 1866. In quel drammatico scontro navale perirono centinaia e centinaia di marinai italiani, moltissimi calabresi e reggini, tra i quali, col grado di marinaio di 3ª classe, un umile e giovane catonese di appena 22 anni: Antonino Francesco Comis. Nella foto della targa che accompagna l'illustrazione del post abbiamo inserito artificiosamente la piccola modifica che darebbe più senso storico e un po’ più di giustizia al monumento catonese.

 

Per ricordare il nostro concittadino dedichiamo di seguito un suo breve e umano profilo. 

 

Antonino Francesco Comis, per tutti Nino, era nato, nell’allora piccolo borgo marittimo di Catona, il 12 marzo del 1844, dalla felice unione tra Placido Comis, marinaio, e la moglie Fortunata Penna. 

 

Antonino crebbe in forte simbiosi con mare e barche, abitando sempre una modesta casa fatta di pietre e calcina che si apriva direttamente sulla spiaggia di rena bianca di fronte a Messina. 

 

Qui trascorse gran parte della sua esistenza, vissuta con fatica e spensieratezza, immerso nel lavoro della pesca minuta e nei commerci di derrate, svolto con piccoli velieri, e sempre circondato dall’amore della sua religiosa famiglia. 

 

A 19 anni, essendo stata imposta la coscrizione obbligatoria, venne arruolato nella Regia Marina Italiana, in quanto nato in un paese di mare. 

Fu destinato, insieme a molti ragazzi come lui, a Taranto, importantissima piazza militare sul Mar Jonio. Qui svolse il suo addestramento col quale imparò, su navi diverse, i fondamenti militari dell’andar per mare. 

 

Gli furono affidate varie mansioni che fece sempre bene e con disciplina. Dopo un anno e mezzo gli venne assegnato il grado di marinaio di terza classe. 

 

Nel 1865, quando entrò in servizio la pirofregata corazzata “Re d’Italia”, venne imbarcato su di essa. 

 

Nel giugno 1866, avendo l’Italia dichiarato guerra all’Austria, partecipò alle operazioni militari nel mar Adriatico. Durante l'attacco per la conquista dell’isola di Lissa la sua nave subì il tragico affondamento per opera del cannoneggiamento e del successivo speronamento da parte della nave ammiraglia austriaca. 

 

Era la tarda mattina del 20 di luglio del 1866 quando Nino Comis, lottando sino allo stremo, spirò, inabissandosi insieme alla nave, divenuta la sua tomba d’acciaio. Alla sua famiglia arrivò solo un freddo bollettino in cui si comunicava che era morto in battaglia.

 

A noi piace onoralo come uno dei tanti giovani caduti e dimenticati dalla storia del paese. E ancor più, osservando il monumento sul lungomare, ci piace immaginare che sia proprio lui il marinaio, sopra la colonna bianca, che dopo tantissimi anni ha fatto ritorno al paese natio, proprio a pochi passi dalla sua vecchia casa. 

 

 

Egr. Dott. Gabriele Arecchi,

La ringraziamo per la sua email con la quale evidenzia la necessità di integrazioni storiche al Monumento al Marinaio sito in Reggio Calabria e più precisamente nel quartiere Catona e la ringraziamo al contempo per averci fornito interessanti ed inedite notizie sul Marinaio Francesco Comis, sulle vicende belliche che lo hanno visto protagonista, notizie che provvederemo ad inserire nella nostra banca dati storica.

Tuttavia riteniamo, per una serie di motivi che andremo di seguito ad esplicitare, che le sue rispettabili considerazioni non siano oggettivamente condivisibili.

Innanzitutto pensiamo sia anacronistico considerare ancora oggi la città metropolitana di Reggio Calabria frazionata in quartieri piuttosto che volerne rivendicare l’appartenenza civica per avvalorarne il senso di unità identitaria.

In seconda battuta, poi, rivolgendo lo sguardo al valore paesaggistico di Catona, ci riteniamo assolutamente orgogliosi che il Monumento al Marinaio sorga proprio lì, in una località tra le più suggestive che si specchiano nello Stretto; ivi la statua del marinaio che guarda il Mare dona un ulteriore pregio e non priva in alcun modo la prospettiva. 

Infine vorremmo considerare equa la scelta di porre sulla targa i nomi di Tommaso Gullì e Bruno Falcomatà poi ché tra tutti hanno ricevuto le Medaglie d'Oro al Valore Militare ovvero, quale atto di sintesi dell'eroica morte di tanti che hanno perso la loro vita per il bene della Patria, durante le guerre.

Infatti, visto il consistente numero di caduti della nostra città, la loro doverosa elencazione con annessi riferimenti storici comporterebbe la realizzazione di una stele di proporzioni di gran lunga superiori a quelle di una semplice e riassuntiva targa commemorativa, con le difficoltà architettoniche ed urbanistiche che ciò comporterebbe, probabilmente anche in termini di autorizzazioni. 

Qui e nelle prossime occasioni che avremo, se vorrà accordarci un prossimo incontro conoscitivo, desideriamo ricordare non solo il giovane Francesco Comis ma anche di Giuseppe Labate (incrociatore Fiume Capo Matapan 29/03/1941), Angelo Ruggeri (sommergibile "Archimede" 15/04/1943), Paolo Gattuso (Sommergibile "Smeraldo" 26/09/1941) ed altri ancora, tutti Reggini, da Orti a Catona e a Bocale.

Pertanto crediamo che sia opportuno valutare ulteriori proposte di intervento che vorremmo concordare, progettare e programmare anche con il suo aiuto per la storia e per il futuro di Reggio Calabria e di ogni località della provincia.

La informiamo infine che proprio a Catona risiede l'Ammiraglio Francesco Ciprioti Presidente Onorario del Gruppo A.N.M.I. di Reggio Calabria con il quale crediamo si possa elaborare la forma migliore di rilancio del territorio, specialmente per la parte relativa alla storia marinara.

In attesa di conoscerla personalmente presso i locali della nostra sede A.N.M.I. siti in Via Florio nr.4, le ricordiamo che il Monumento, di proprietà del Comune di Reggio Calabria, potrà subire variazioni solo a seguito di Progetti opportunamente corredati da documentazione e valida motivazione. Rinviandola ad un p





rossimo contatto telefonico, le porgiamo i saluti più cordiali.

ONORI AI CADUTI DI TUTTE LE GUERRE

VIVA LA MARINA!

C.M. DOMENICO BOVA Cons. Aggregato A.N.M.I. RC

(Nipote di Francesco Loverso disperso per affondamento del Sommergibile Topazio il 12/09/1943)

 

Visto e sottoscritto da: 

LA PRESIDENTE

S.T.V. (in congedo) Sabrina MARTORANO




                             

 

Gentile Presidente, sono Alessandra Bertini,
nipote di Armando Gori, comandante del Mas 15 nell'impresa di Premuda del 10 giugno 1918. Recentemente ho partecipato a un convegno a Mestre proprio sull'impresa dell'affondamento della Santo Stefano, ho parlato non solo del nonno e del capoflottiglia Luigi Rizzo, ma anche degli altri uomini dell'equipaggio del Mas 15.
I loro nomi sono, oltre i già citati Armando Gori e Luigi Rizzo, Salvatore Annaloro, Eraldo Bertucci, Letterio Donato, Emilio Manfredi, Giuseppe De Fano, Giorgio Varchetta e Francesco Bagnato. Di tutti, tranne gli ultimi due, ho trovato notizie grazie a Giuseppina Rizzo, nipote di Rizzo e del responsabile dell'Anmi di Mestre, che mi ha messo in contatto con i discendenti.
E arrivo qui alla mia preghiera.
Non trovando nessuna notizia e nessun parente di
Francesco Bagnato (marinaio scelto, calabrese di Parghelia) provo a chiedere il vostro aiuto, almeno per tracciare una sua pur breve biografia.
Con Giuseppina Rizzo abbiamo scovato altri due Francesco Bagnato, ma si trattava di una omonimia, essendo entrambi morti prima del 10 giugno del 1918.
Sarei davvero grata a lei e a tutto l'Anmi se riusciste a trovare qualche notizia relativa a questo eroe, premiato con la MAVM.
Io e mia sorella abbiamo un ricchissimo e variegato archivio su nostro nonno, sul quale stiamo lavorando per scrivere un libro. Ci sembra giusto e doveroso inserire anche gli altri protagonisti di quella impresa eroica,.
Ringraziando della disponibilità e dell'attenzione, porgo cordiali saluti.
Alessandra Bertini

 

RISPOSTA DEL GRUPPO ANMI M.O.V.M. TOMMASO GULLI' DI REGGIO CALABRIA 

Gentile Sig.ra Alessandra Bertini,

riceviamo con gioia la sua email, sia per la lodevole iniziativa di carattere storico con cui sta divulgando conoscenza e sapere inerenti la Marina Militare e i suoi Eroi, sia per averci fornito interessanti notizie delle quali attendiamo ulteriori riscontri, con la prospettiva di costruire insieme all’A.N.M.I. il testo sui MAV 15 di cui Lei si occupa.

 

Le confidiamo che la sua domanda ha attivato la nostra curiosità e ci motiva ad agire, trovandoci in piena condivisione di intenti, al fine di portare alla luce aspetti nascosti della storia dei Marinai e con il desiderio di condurre progetti culturali per la diffusione dei principi e dei valori comuni.

 

Venendo alla sua richiesta, in base ad una prima indagine sulla presenza di eventuali eredi della M.A.V.M. Francesco Bagnato, compianto marinaio originario di Parghelia presso il nostro gruppo A.N.M.I. di Reggio Calabria, le riferiamo che non abbiamo riscontrato alcuna notizia, ma ci attiveremo anche diffondere la sua richiesta attraverso la pubblicazione della stessa su tutti i social, mediante i canali di comunicazione attualmente in uso all’Associazione.

 

In prima battuta abbiamo interessato i gradi superiori dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia; precisamente sull’argomento è stato notiziato il Consigliere Nazionale per la Calabria Lgt. Pasquale Colucci il quale ha accolto la richiesta con entusiasmo e attende futuri aggiornamenti per dare comunicazione in sede nazionale. Secondo poi sperando di darle ulteriori indicazioni la invitiamo a contattare il Gruppo ANMI di Pizzo, come faremo anche noi.

 

Intanto, mettendo a frutto ogni nostra risorsa, le condividiamo la risposta che ha voluto elaborare il nostro Consigliere Aggregato C.M. Domenico BOVA nipote di Francesco Loverso sommergibilista disperso per affondamento nel 1943, che leggerà qui di seguito.

 

<<Gent.ma Signora,

come da Lei evidenziato, il Comune di nascita del marinaio in questione è Parghelia di Vibo Valentia, sito ricadente in una provincia differente dalla nostra, sia per giurisdizione A.N.M.I. che istituzionalmente, in quanto anche Vibo è sede di Capitaneria di Porto. Pertanto la prima considerazione da fare porterebbe a consigliarle di rivolgersi all'Archivio di Stato di Vibo Valentia, organo deputato a conservare il foglio Matricolare ed eventuali documenti e notizie appartenenti ai periodi storici bellici nazionali.

Nella realtà locale reggina riscontriamo la spiccata diffusione del nome e cognome del marinaio oggetto di ricerca, così come Lei stessa ha potuto constatare, essendosi imbattuta in due omonimi, risultati poi del tutto estranei alle vicende del suo studio.

La informiamo con soddisfazione che si sta costituendo in Sede, con grande pazienza e tra mille difficoltà, una Biblioteca storica con banca dati di carattere storico provinciale che consenta di poter agevolmente soddisfare richieste come la sua e dunque confida in una fattiva collaborazione di interscambio di notizie tra Istituzioni, Enti e ricercatori come Lei dimostra di essere portando avanti con passione l’indagine.

Nel ringraziarla, le porgiamo i più cordiali saluti. Onori al Comandante Armando Gori ed al glorioso equipaggio del MAS 15! F.to CM Domenico BOVA>>.

 

In attesa

Cordialissimi saluti                          

 

 

LA PRESIDENTE

S.T.V. (in congedo) Sabrina MARTORANO